L’ottava edizione del Master in Marketing Management ha visto la partecipazione di numerosi testimonial aziendali. Inaugurata con la presentazione del libro “Fare marketing rimanendo brave persone” di Giuseppe Morici, President Region Europe di Barilla, l’11 Luglio si è conclusa con un brillante intervento di Stefano Ventura, Social Media Manager del Gruppo Fininvest.

Dopo aver affrontato, durante il corso, numerosi aspetti del marketing e del marketing digitale, l’ultima parte delle lezioni è stata dedicata al social media marketing. I social media occupano un ruolo sempre più importante collegando imprese, istituzioni, consumatori e cittadini. Milioni di utenti utilizzano quotidianamente i social per scambiare con la propria rete di amici/contatti informazioni, opinioni e materiali multimediali. Basti pensare che 28 milioni di italiani utilizzano i social, per la maggior parte Facebook (25 milioni) e Twitter (8,9 milioni).

In questa era, le aziende devono prestare sempre maggiore attenzione a ciò che i consumatori dicono del loro brand o prodotti nel web per poter trarne vantaggio e per non incorrere in rischi reputazionali. Come ha affermato Stefano Ventura, la risposta alla domanda che molte aziende si pongono “social network si o no?” è la seguente: “l’azienda è già sui social media perché sono i consumatori che parlano dell’azienda nel momento in cui provano un prodotto e condividono l’esperienza con gli amici online o nel momento in cui si lamentano di un servizio che non funziona”.

Stefano Ventura
Stefano Ventura, Responsabile Social Media Mediaset

Per un’azienda quindi diventa sempre più importante adottare non solo i social media ma soprattutto una strategia chiara e ben definita per l’utilizzo di queste piattaforme.
Stefano Ventura ha portato diversi esempi di programmi TV che, grazie ai social media, hanno avuto un’importante amplificazione del successo. La maggior parte dei telespettatori infatti, guarda la TV con a fianco il proprio device per poter twittare, interagire con la trasmissione stessa e condividere quindi l’esperienza con il proprio network. Questo fenomeno viene definito “second screen experience”. Analizzando i dati Twitter si evidenzia che la maggior parte degli italiani parla infatti di talent show/reality e in secondo luogo di sport. Questo perché il telespettatore vuole essere sempre più partecipe dell’esperienza. Ricordiamo infatti la celebre copertina del Time del 2007 che riportava come persona dell’anno YOU “Yes, you. You control the information age. Welcome to your world”.
Solo alcuni esempi: ogni settimana, due giorni prima della trasmissione “Le Iene”, sulla pagina Facebook è possibile votare il vestito che Ilary Blasi indosserà nella puntata successiva. Tessa Gelisio, conduttrice di Cotto e Mangiato, ogni settimana cucina una ricetta inviata dai followers e, grazie alla condivisione delle ricette sui social, è stato appena pubblicato anche un libro.

Stefano Ventura ha inoltre sottolineato come gli sponsor, nel momento in cui chiedono visibilità all’interno del programma, non cerchino più solo lo spazio pubblicitario nel programma più seguito ma richiedono anche una presenza sui social. Ad esempio, durante l’ultima edizione dell’Isola dei Famosi, Tezenis ha richiesto una presenza integrata sui social e durante il programma TV. I protagonisti hanno quindi indossato i costumi Tezenis durante il programma ma è stato inventato anche l’hashtag #tezenisforisola per poter avere una comunicazione integrata e colpire il target attraverso diversi canali.


Infine, una parte molto importante legata ai social media è quella degli analytics. Facebook, Twitter e gli altri social media offrono degli analytics integrati ma, oltre agli strumenti professionali, sul mercato ci sono a disposizione dei free tool che permettono di interpretare i risultati ottenuti sui social. Ad esempio, nel mondo televisivo, seguire in tempo reale l’andamento dei tweet permette di capire se l’ospite che viene intervistato è gradito o meno dal pubblico oppure consente di dare indicazioni alla redazione di un reality per capire quale concorrente riscuote più successo e quale meno. Questi concetti possono essere adottati anche in un’azienda B2C. Incrociando ad esempio la curva dei tweet con il trend delle vendite di un prodotto si può capire in quale momento ha avuto più successo e quali strategie ripetere.

La testimonianza è stata molto interessante per poter toccare con mano l’esperienza di una grande azienda ma anche per trarne degli spunti da traslare in una piccola o media impresa.